Per la Suprema Corte, il confine tra le due fattispecie di reato è costituito dalla fine della convivenza
Per il Tribunale di Ascoli Piceno, lasciare un anziano non autosufficiente nella propria casa integra gli estremi del reato di abbandono di incapace poiché lo espone a grave pericolo per la sua incolumità
Per la Corte di Giustizia UE, la parcella per la prestazione legale determinata in ore deve consentire al cliente di valutare il costo complessivo del contratto
Lo Stato, a favore delle famiglie, prevede diversi aiuti: alcuni sostegni, come il premio nascita e il bonus famiglie numerose, spettano ai nuclei familiari a prescindere dal reddito, mentre la maggior parte delle misure è riconosciuta in base alla situazione economica e patrimoniale.
Dal 2019, gli aiuti dello Stato offre alle famiglie non saranno cancellati e sostituiti col reddito di cittadinanza, come inizialmente si temeva a causa dell’esiguità delle risorse disponibili, ma saranno rifinanziati, ed alcuni addirittura maggiorati: è quanto recentemente emerso dagli emendamenti presentati alla legge di Bilancio.
In particolare, per il 2019 è ancora operativo il premio nascita, o bonus mamma domani, che è diventato una misura strutturale, cioè permanente. Resta in piedi anche il buono nido, incrementato, e sono rifinanziati sia il voucher per i servizi di baby-sitting che i contributi per la frequenza del nido, a favore delle madri lavoratrici che rinunciano al congedo parentale.
Torna anche il bonus bebè, maggiorato: in particolare, le famiglie avranno diritto a una maggiorazione dell’importo mensile pari al 20% per il secondo figlio, ottenedo un bonus sino a 192 euro mensili.
L’agevolazione più efficace sarà comunque il reddito di cittadinanza, che consentirà alle famiglie con Isee sotto i 9.360 euro, che soddisfano le condizioni patrimoniali e reddituali richieste, di beneficiare di un sostegno completo.
Ma procediamo per ordine e facciamo il punto sulla famiglia: gli aiuti che ti dà lo Stato, quali misure sono prorogate nel 2019, quali migliorate, quali condizioni rispettare per aver diritto ai benefici.
Il bonus bebè, per i nati dal 2019, consiste in un contributo riconosciuto mensilmente ai genitori con figli minori di 1 anno. L’ammontare del bonus è pari a:
Per il secondo figlio, il bonus è maggiorato del 20%, arrivando a 96 euro al mese per le famiglie con Isee sino a 25mila euro ed a 192 euro per le famiglie con Isee sino a 7mila euro.
I requisiti richiesti ai genitori sono:
L’incentivo è corrisposto, sotto forma di assegno, a partire dal giorno di nascita o di ingresso del figlio nella famiglia (in caso di adozione o di affido preadottivo) e fino al compimento del primo anno di età o al primo anno dall’ingresso nel nucleo (o, se precedente, al compimento della maggiore età).
Per approfondire: Bonus bebè 2019.
Il bonus mamma domani, o premio nascita è un beneficio, dell’importo di 800 euro, completamente esentasse. È corrisposto alle future madri, a partire dal compimento del 7°mese di gravidanza, ed è riconosciuto anche in caso di affidamento e adozione, per gli eventi verificatisi dal 1° gennaio 2017 in avanti. Per ottenere l’importo, che viene erogato in un’unica soluzione, tramite accredito sul conto corrente o sul libretto, o tramite bonifico domiciliato alle poste, è necessario inviare un’apposita domanda all’Inps.
Nel dettaglio, il bonus mamma domani è riconosciuto alle donne in gravidanza o alle madri che si trovano in possesso dei seguenti requisiti:
Il premio nascita di 800 euro può essere concesso esclusivamente per uno dei seguenti eventi, anche nel 2019:
Il beneficio è concesso in un’unica soluzione e per ogni singolo evento, gravidanza o parto, adozione o affidamento. Va dunque presentata una domanda per ogni evento e quindi per ogni minore, nato, adottato o affidato: se, ad esempio, si presenta la domanda al compimento del settimo mese di gravidanza, non si deve presentare un’altra domanda per l’evento nascita relativo allo stesso bambino. Lo stesso vale per l’affidamento di un minore: se è stato richiesto il bonus nascita per l’affidamento, non è possibile richiederlo nuovamente per la successiva adozione.
Se, invece, si verifica un parto plurimo ed è stata inoltrata la domanda del bonus al compimento del settimo mese, bisogna ripresentarla dopo la nascita, inserendo tutte le informazioni necessarie per l’integrazione del premio rispetto al numero dei bambini nati.
Per approfondire: Premio nascita 2019.
Il voucher babysitter è un intervento introdotto dalla legge Fornero di riforma del mercato del lavoro [1]: si tratta di un contributo riconosciuto dall’Inps alle madri lavoratrici che si trovano negli 11 mesi successivi al congedo obbligatorio di maternità, se rinunciano, almeno in parte, al congedo parentale (o maternità facoltativa).
Il contributo può essere erogato, per un massimo di 6 mesi (3 mesi per le autonome), sotto forma di buoni lavoro, ora libretto famiglia, per il pagamento della babysitter o utilizzato per pagare la retta dell’asilo nido (in questo caso, l’Inps paga direttamente l’asilo prescelto, che deve essere convenzionato con l’istituto): in entrambi i casi, il suo valore è di 600 euro mensili.
In pratica, la lavoratrice, anziché fruire del congedo parentale (o maternità facoltativa) domanda all’Inps un contributo per pagare la retta mensile dell’asilo nido del bambino, oppure richiede i buoni lavoro (ora il libretto famiglia) per pagare la babysitter.
Il contributo per l’asilo nido non deve essere confuso con la misura del bonus nido: questo ulteriore beneficio infatti è un rimborso riconosciuto dall’Inps direttamente all’interessato a fronte della retta pagata per l’asilo nido, sino a un importo massimo di mille euro annuali, corrispondenti a 90,91 euro mensili erogati per 11 mensilità.
Dal 2019, l’importo sale a 1500 euro annui.
Hanno diritto al bonus nido tutte le famiglie, a prescindere dal reddito e dall’indicatore Isee, con figli sotto i 3 anni che frequentano l’asilo nido, o che, a causa di gravi patologie croniche, necessitino di supporto specifico in casa.
L’asilo frequentato deve essere pubblico, oppure può trattarsi di un asilo privato autorizzato all’apertura e al funzionamento da parte dell’ente locale compete.
Il buono non rimborsa le spese sostenute per la frequenza di ludoteche, spazi gioco, pre-scuola e servizi educativi integrativi all’asilo nido.
Nel 2019 continueranno ad essere operative anche tutte le detrazioni fiscali per figli a carico, maggiorate per i figli minori di 3 anni, per i portatori di handicap e per i nuclei con più figli: ricordiamo che la detrazione è un importo che si sottrae direttamente dalle imposte dovute.
Inoltre, dal 2019, i figli sino a 24 anni saranno considerati a carico con un reddito non superiore a 4mila euro, anzichè a 2840,51 euro. Per approfondire: Bonus figli a carico 2019.
Per chi ha dai 4 figli in su, oltre alle detrazioni per ogni figlio a carico appena esaminate, spetta un’ulteriore detrazione, unica per tutti i figli, nota col nome “Bonus famiglie numerose”.
La detrazione è pari a 1.200 euro indipendentemente dal reddito, a prescindere dal numero di mesi nei quali ciascun figlio risulta a carico: ad esempio, se in una famiglia nasce il 4° figlio il 31 dicembre, il bonus famiglie numerose spetta per intero.
Se il contribuente è incapiente, cioè la detrazione è maggiore dell’imposta dovuta, questa non si azzera all’azzerarsi dell’imposta, ma si forma un credito a suo favore pari all’importo del bonus non fruito, considerando le altre detrazioni spettanti già sottratte dai tributi dovuti. Ad esempio, se l’Irpef a carico del contribuente è pari a 5mila euro, ed ha già fruito delle detrazioni spettanti per familiari a carico pari ad un totale di 4800 euro, con soli 200 euro della detrazione famiglie numerose il tributo si azzera. I restanti mille euro possono allora essere utilizzati come credito d’imposta.
Il reddito di cittadinanza, che dovrebbe diventare operativo da marzo 2019, consiste in una prestazione economica mensile, esentasse, accreditata a favore di coloro che possiedono un reddito sotto la soglia di povertà.
È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini del reddito di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare con un solo componente; il sussidio, in base a quanto reso noto sinora, dovrebbe essere aumentato dello 0,40 per il coniuge e dello 0,20 per ogni figlio minore. Se non si paga l’affitto, il reddito è diminuito di circa 300 euro al mese.
Inoltre, si può possedere un secondo immobile, di valore non superiore a 30mila euro, ed il patrimonio mobiliare della famiglia (conti, carte prepagate, libretti, titoli, partecipazioni…) non può complessivamente superare i 10mila euro, in caso di più componenti.
L’indicatore Isee della famiglia (si tratta, in pratica, di un indice che “misura la ricchezza delle famiglie”) richiesto per il diritto al sussidio dovrebbe ammontare, in base a quanto annunciato, a 9.360 euro.
La prestazione dovrebbe essere erogata con una carta acquisti, una sorta di bancomat, che consentirà di pagare le utenze e l’acquisto di beni di prima necessità.
Fonte: La legge per tutti > Famiglia: gli aiuti che ti dà lo Stato
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Giacomo Galeota
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La responsabilità civile rientra nella categoria più ampia delle responsabilità giuridiche. In particolare la locuzione ‘responsabilità civile’ ha un duplice significato: da un lato essa indica l’intero istituto composto dalle norme cui spetta il compito di individuare il soggetto tenuto a sopportare il costo della lesione ad un interesse altrui; dall’altro può essere considerata sinonimo della stessa obbligazione riparatoria imposta al soggetto responsabile.
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